giovedì 12 dicembre 2013

Critica del Prof. Bonifati e altri commenti

A seguire, pubblico la critica d'arte del Prof. Gaetano Bonifati, (che scrive e collabora per eventi, mostre e importanti pubblicazioni e cataloghi  ) che ho ricevuto in occasione della mia mostra personale c/o la Galleria Tartaglia Arte nel dicembre del 2003 e che fu inserita nella brochure che veniva distribuita durante l'esposizione.

"Metafora cromatica e ipotesi strutturale si confrontano nella pittura dell'artista Rossella in uno stile originale che muove tra l'onirico e il poetico, fondendo, con amabile armonia del colore e arguta soluzione formale, i mondi della poesia più lirica con quelli dell'astrazione metaforica più profonda. Il linguaggio alchemico del simbolismo non lascia pesare la sua apparente sostanza meccanica sullo stupore del contatto visivo, le rune sono anzi una forza viva che si sviluppa dalla forma del simbolo materico stesso per dar luce concreta al mito ancestrale dell'origine. Quella luce prorompe con una passione che si sedimenta sulla tela quasi l'artista avesse voluto scolpire nella pietra la memoria più profonda e indicibile di un antico ricordo. Colori che vengono stesi con tecniche che richiamano alla memoria le pratiche magiche sciamaniche del fuoco impresso sulla roccia. Ombre di forme che "La chiave d'oro" apre ad una tridimensionalità della lettura, ad un accadimento che la tela proietta nello sciame del vento cromatico. La metafora numerica: la scissione cellulare di quell'origine inscindibile che riproduce l'essere nelle sue forme culturali più varie, animali, culture umane, sogni di forme, genera con il ritrmo del tre ogni realtà per sbocciare nella sintesi della rinascita o interpretazione dell'originario suono. In essa vive quel particolare mutato aspetto dell'origine che chiamiamo individualità. Ogni segreto potere è qui ricondotto, dall'oblio al manifesto: l'io che sublima il Dio, lo realizza nella intima indentità di una conoscenza senza forma. Conoscenze profonde di ritmi musicali, di cadenze poetiche, di suoni e frequenze cromatiche magiche che aprono le porte a mondi dell'arte antica "del fare". Sono sostanze immateriali che piegano la roccia, scatenano potenze, dominano i cieli.
La forza viva del linguaggio runico si scatena dunque nel fuoco del colore, nell'assoluto immateriale del colore che brucia come ossigeno la percezione, non è nell'oggetto simbolico o nella struttura astratta, non è nella sua forma ma nella sua eco. Il rifrangersi del suono della materia. L'eco de "La conchiglia Om primordiale" conduce alla "Fusione" quindi alla "Rinascita". Nell'osservare le opere di Rossella si percepisce come un rumore denso di onde. Acqua che assorbe il respiro della terra, acqua che tramuta, viva, il sentire in ricordo. Un linguaggio che si forma lentamente nel respiro umido del cielo azzurro biancastro o notturno e nell'eco il respirare profondo delle stelle. Fuoco autunnale della fiamma interiore e fuoco violaceo e imperlato del tempo si confrontano in un gioco di luci e di dense e opache ombre del sentimento. Vedere con gli occhi pacati della fiamma interiore e poi provare con quell'ardore fanciullo il tempo e sentire la passione accendere con violenza i sentimenti più miti: bruciare nel fuoco del tempo per capire gli uomini. Vivere senza speranza. Conoscere la morte, l'oblio, spezzare il ricordo. La fiamma che arde di quella luce tenue ma viva, calda ma che non brucia le anime nell'incendio del tempo che si rinnova. Per Rossella l' "arte del fare" è il fare arte: e l'arte è quell'abilità ancestrale che insegna a rimuovere quel velo opaco che il tempo depone sulla vista dell'uomo. Una capacità demiurgica, il saper volgere il calore della vita all'interno affinché esso riscaldi il freddo mondo del tempo senza incendiarlo." (Roma, Ottobre 2003 - Prof. Gaetano Bonifati)

Un'altra critica interessante, che fu inserita nel mio piccolo personale catalogo fatto per "Il linguaggio della vita", è quella scritta dal musicista A. Tebaldi  sulle mie opere a seguito della pubblicazione di due di esse nel suo libro di musica:
"Forme e colori armonizzati da innata maestria, sono inequivocabilmente funzionali al messaggio, spesso sussurrato, che ella intende esprimere: una struttura organica vivente, quindi, dove il singolo elemento, la più piccola cellula, è al servizio dell'insieme. Un'arte informale la sua il cui apparente astrattismo si sgretola davanti agli occhi del fruitore, svelando figure e oggetti che indagano e, al tempo stesso, ci raccontano l'animo dell'uomo, attraverso un linguaggio primordiale, il linguaggio dimenticato dei simboli. Le atmosfere si nutrono di contrasti cromatici e chiaroscurali, evidenziando una conoscenza profonda delle potenzialità simboliche e psicologiche del colore (nonché della tecnica realizzativa, principalmente olio e tempera acrilica).
I suoi dipinti, così, parlano all'osservatore, offrendogli un'importante chiave di lettura della sensibilità umana, che è, in ultima analisi, quella dell'artista stessa. L'arte di Rossella. nasce e vive al di fuori della semplice definizione, della collocazione stilistica, al di fuori di quel mondo dell'arte che oggi, forse più di ogni altro tempo, ha bisogno di onestà e purezza" (A. Tebaldi)

Stralcio tratto dalla recensione di Agugiaro in merito alla esposizione del 2004 a Trevignano Romano:
"[...] Rossella., con gli interessanti intrecci di immagini simboliche e metaforiche, accompagnati da un sapiente gioco di equilibri cromatici che alternano lame di luci calde che tagliano universi planetari immersi in freddi siderali che costringono lo sguardo a perdersi nel percorso di spazi ed universi cosmici accompagnati da simbologie a volte di stampo metafisico [...]" (M.A. Agugiaro, direttore de "Il Latifoglio")

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